La mia vita è tutta un film.

La pazza gioia.

La pazza gioia

Ci diamo alla pazza gioia! Stiamo cercando un po’ di felicità!

E dove si trova?

Si trova nei posti belli, nelle tovaglie di Fiandra, nei vini buoni, nei bicchieri di cristallo, nelle persone gentili.

Sono nata triste, e allora curatemi!

Beatrice e Donatella sono pazze. O forse sono solo più fragili di altre donne. Ricca e nobile una, madre e povera l’altra. La vita le ha messe di fronte a mille difficoltà, ma una cosa le accomuna, oltre alla pazzia: uomini che si sono approfittati di loro. Padri inesistenti, capi privi di scrupoli, amanti senza remore. Che siano diventate pazze con il tempo o che lo siano sempre state poco importa, anche loro avranno diritto ad un barlume di felicità. Per Beatrice sarà ritornare momentaneamente nel suo agio, per Donatella rivedere l’unico vero uomo della sua vita: il figlio che non potrà mai tenere con sé e che allora si permette di osservare e di amare da lontano. E fanno tutto questo insieme, come due amiche così diverse ma così uguali. Ci sarà il lieto fine o la tragedia che si respira fin dall’inizio del film? Prevarrà la follia o la razionalità di tornare a farsi curare dove almeno qualcuno ha voluto loro un po’ di bene? Donatella quando si racconta di sé ci dice “Sono nata triste, e allora curatemi!” Chissà se qualcuno ascolterà il suo, che poi è il loro, grido di aiuto.

Perché io sono io e non sono te?

I bambini sono dentro e fuori di noi. Morire è interessante? Chiede uno di loro. E chi può dirlo, nemmeno un adulto, o forse sì. Rispondere a domande che sembrano banali non è poi così semplice. Ci vuole astuzia, ironia e amore per i più piccoli. Molto più ingenui, ma a volte molto più grandi […]

Se i gatti scomparissero dal mondo.

Come te lo immagini il diavolo? Nero, con le corna o tutto colorato con una camicia hawaiana? Aloha. Aloha?! Incredibile ma surreale, si chiama così. E poi c’è Cavolo, che non è un imprecazione, ma il nome di un gatto. Cosa unisce un gatto, un diavolo e un postino? Una malattia terminale, il ricordo di […]

Le otto montagne.

La montagna o si odia o si ama. Io non la amo particolarmente, ma a tutto c’è un perché. Come nella vita di Pietro. Perché questo rapporto malsano con un genitore che invece si dovrebbe amare, rispettare, ammirare? Di mezzo ci sono le vette, le scalate, il desiderio di arrivare là dove persino la natura […]

La forma dell’acqua. La sostanza dell’amore.

Potrebbe essere una favola, potrebbe essere una storia d’amore, potrebbe essere un fantasy, ma anche una folle storia-favola-fantasy d’amore. Perché l’amore non è ragione, è solo sentimento. Per questo un mostro (ma che mostro non è) viene conquistato da un uovo. E sfugge al suo crudele destino grazie a una giovane donna che senza parole gli […]